Le radici del cielo di Tullio Avoledo (Multiplayer.it) è un “mod” letterario di Metro 2033. Nell’ambito videoludico “mod” è l’abbreviazione di “modification” ovvero “modificazione” di un gioco. Fenomeno esploso in particolare a partire da Doom con la messa a disposizione, favorita dalla stessa casa di produzione, di strumenti che permettevano di editare i livelli di gioco o di crearne di nuovi. Un esempio paradigmatico di “modder” è rappresentato da Minh Le, che grazie al lavoro compiuto su Counter Strike, il mod più noto di Half-Life, è stato assunto dai creatori del gioco originale ed è diventato uno stimato professionista del settore.

Metro 2033 è “anche” un gioco, ma prima di tutto arriva il romanzo del russo Dmitri Glukhovsky: una descrizione postapocalittica dei sopravvissuti moscoviti rifugiatisi nei recessi della metropolitana, in perpetua lotta tra loro e coi mostri mutati dalle radiazioni dell’esterno. Metro 2033 non ha ispirato solo un videogioco prima e un seguito dello stesso Glukhovsky poi (Metro 2034, sempre Multiplayer.it) ma, con l’autorizzazione dello stesso Glukhovsky che per essi ha creato un apposito “brand”: il Metro 2033 Universe, una serie di “mod” letterari, di cui il primo a vedere la luce in Italia è appunto quello autoctono che, per certi versi, è più interessante dell’originale.

I motivi sono sostanzialmente due: il primo è che mentre Metro 2033 narra una vicenda rigorosamente ctonia, le catacombe e la metropolitana romana, dove Avoledo inizia la sua storia vent’anni dopo che l’olocausto nucleare ha spazzato via la civiltà umana, non sono un palcoscenico sufficiente e quindi ben presto i suoi personaggi si muovono all’esterno, in un ambiente che ricorda – in peggio – La strada di Cormac McCarthy; il secondo, ancora più importante, è la presenza dell’elemento religioso. La rappresentazione di tale elemento all’interno della fantascienza è rara perché questo genere è principalmente di area anglosassone, e quindi protestante, con la propensione a relegare l’elemento religioso alla sfera privata ed a lasciarlo quindi al di fuori delle narrazioni. Al contrario Avoledo pone al centro della sua storia un prete che, di fronte alla devastazione, si chiede costantemente quale sia (e se ci sia) la posizione di Dio. E non si pensi solo all’“ovvia” devastazione dell’ambiente, alle mutazioni mostruose che si manifestano, ma di più all’abbruttimento dei sopravvissuti costretti non solo all’abbandono d’ogni (pia) pietà, ma anche ad ogni sorta d’atti (cristianamente ed umanamente) ripugnanti, fino al cannibalismo. Ogni incontro, ogni tappa del viaggio di Padre John Daniels da Roma a Venezia, che più che dell’Odissea ha le parvenze della Via Crucis, è un dubbio conficcato nella sua fede. Fede che non vacilla e che tuttavia si trasforma, in qualche modo si amplia, per dare conto del nuovo mondo, inospitale per l’uomo, ma non per questo meno – a suo modo – meraviglioso.

Dopo Le radici del cielo, Multiplayer.it prevede la pubblicazione di altri due romanzi (entrambi di autori russi ed ambientati nella metropolitana di San Pietroburgo) dedicati al Metro 2033 Universe: Verso la luce di Andrey Djakow in uscita a febbraio e Piter di Shimun Vrochek in uscita a maggio.

[pubblicato su Alias di sabato 28 gennaio 2012]

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